La storia sportiva dell’automobilismo ha un solo nome, Formula 1, il campionato dove a sfidarsi sono le vetture più veloci al mondo, vero e proprio esempio di genio e tecnica associati alla velocità pura.
Nata nel 1948, la Formula 1 diventa competizione mondiale nel 1950 e da allora non ha mai smesso di alimentare il suo mito: nei racconti dei nostri nonni, nelle immagini trasmesse in TV negli ultimi anni, rivivono le imprese epiche dei migliori atleti della categoria, da sempre contraddistinta dall’alto livello di pericolosità. Sino agli anni ’90, praticare questo sport comportava degli altissimi margini di rischio, e purtroppo sono tanti i piloti che hanno perso la vita correndo per la loro passione.
Quali sono stati i più forti di tutti i tempi? È la domanda di ogni curioso, alla quale è difficile trovare una risposta certa. L’automobilismo è cambiato moltissimo nel corso della sua storia, trainato dalla costante evoluzione tecnologica di tutto il mondo. Le auto di oggi sono dei mostri di velocità e sicurezza, niente a che vedere con le vetture degli anni ’50, tremendamente pericolose e prive di qualunque aiuto alla guida. Piloti come Ascari, Nuvolari, Fangio, Stewart, Hill, Moss, guidavano senza servosterzo, cambio automatico, protezioni ecc., correndo su circuiti a stento asfaltati e circondati da sterrati. I piloti della nuova generazione gareggiano all’interno di veicoli costruiti con leghe metalliche molto resistenti, su piste iper moderne, dotate di tutti gli strumenti di sicurezza del caso.
C’è un pilota che più di tutti è rimasto nell’immaginario collettivo: Ayrton Senna, il pluricampione brasiliano morto per un incidente sul circuito di Imola nel 1994. Sono gli stessi addetti ai lavori a indicarlo come il più forte pilota di tutti i tempi.