Lo sport è parte integrante della nostra vita, tanto da sembrarci un aspetto normale, eppure non sempre ha avuto la valenza che gli diamo oggi. Prima di arrivare alla creazione di vere e proprie discipline ginniche, occasioni di divertimento e al tempo stesso di benessere psicofisico, l’attività fisica aveva forme diverse.
Nell’era preistorica, tutte le attività connesse allo sforzo fisico erano volte alla sopravvivenza in un mondo ostile popolato da bestie feroci; la caccia era fondamentale per procurarsi il cibo e sfamare la propria gente, per cui erano richiesti salute e vigore. L’unica eccezione riguardava i balli propiziatori, danze rituali che assomigliavano ad allenamenti ginnici e il cui scopo era mantenere il corpo atletico e scattante.
Quando si svilupparono le prime civiltà complesse in Mesopotamia, un nuovo elemento venne a sconvolgere il mondo degli esseri umani, la guerra: per fare la guerra, lotta, nuoto ed equitazione divennero attività fondamentali.
Le prime tracce di un’attività sportiva fine a se stessa sono state ritrovate al tempo degli antichi Greci e Romani. È in Grecia che lo sport inizia a diffondersi nella società per ragioni estetiche (il culto della bellezza del corpo), religiose (l’uomo incarna la perfezione divina) e formative (la ginnastica plasma i futuri guerrieri).
Sempre in Grecia troviamo le prime competizioni sportive, le famose Olimpiadi: le gare prevedono corsa, lotta, equitazione e pentathlon.
La tradizione ellenica giunge a Roma ma perde i connotati estetici ed educativi, focalizzandosi esclusivamente sugli scopi militari. I giovani Romani si radunano al Campo Marzio dove praticano la lotta, la scherma, la corsa con le armi, l’equitazione, il tiro con l’arco e il lancio del giavellotto.
Nel periodo medievale sino al Rinascimento lo sport ha nei principi della cavalleria la sua fonte di ispirazione: sette sono le qualità fisiche da potenziare tramite lotta, getto, corsa, gualdana, giostre e tornei. Il Rinascimento porterà lo sport ad allontanarsi dall’aspetto religioso, assumendo un significato ricreativo e formativo simile a quello odierno.
Abbandonata quella rigidità fisica propagandata dai regimi fascisti e nazisti dell’Europa degli anni ’20-’40, per cui la ginnastica era una disciplina da osservare duramente per formare la mente dei giovani militanti di partito, oggi lo sport ha trovato la sua maturità, tanto da essere ormai uno dei punti focali della nostra società.
La sua potenza formativa, sia a livello fisico che mentale, è centrale nell’educazione dei giovani di ogni ceto sociale, senza alcuna distinzione, tanto che le strutture di allenamento sono facilmente accessibili a chiunque e spesso anche gratuitamente; la sua importanza nel mantenimento di una buona salute è sottolineata dal grande numero di adulti che praticano discipline di ogni genere, dallo yoga al pilates; la sua essenza ludica e l’epica delle sue sfide rivivono quotidianamente nelle maggiori competizioni sportive, dal calcio al basket, dall’atletica leggera all’automobilismo, diventate fenomeno di massa in tutto il mondo.
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